"Se vuoi fare la mostra a Pino Deodato ne devi lasciare una traccia, devi fare il catalogo".Così mi disse il suo mercante di allora. Era il 1996 e con L’Opera Rossa, il catalogo che feci per la mostra di Deodato, nacque la collana "opere preziose", che ad oggi vanta 20 piccoli libri ispirati nel formato e nello stile grafico al grande e raffinato editore Vanni Scheiwiller.Il 1996 è stato un anno importante per il mio lavoro: ho festeggiato i vent’anni di attività, ho stampato il mio primo catalogo con un'artista che si distaccava dal gusto e dalla storia di mio padre e mi sono aperta la strada verso l'arte contemporanea. La figura di Pino mi piacque subito: un bel viso meridionale con una personalità poetica e paterna; mani sporche di tinte che subito mi piacquero: blu e giallo. Allora aveva lo studio in viale Concordia a Milano, al terzo piano di un’antica casa di ringhiera senza ascensore. Un posto incredibile con vicini improbabili: quasi tutti ladri che entravano e uscivano di prigione. Entrai nello studio lasciandomi invadere dall'odore di colori ad olio - quelli veri, che ci mettono settimane ad asciugare - e vidi "I primari": tre grandi figure dipinte di blu sul fondo giallo limone di una tela di tre metri per tre. Un amore a prima vista. L’OPERA ROSSA fu la prima di una serie di mostre di grande successo di critica e di vendite!
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